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QUANDO
LA BANCA È ETICA
Anche
in Italia è attiva questa innovativa formula di istituto di credito:
risparmio destinato
a
progetti sociali
Attivare un rapporto con una banca
sapendo che i propri risparmi saranno reinvestiti in iniziative volte al
sociale, secondo un’ottica di solidarietà civile piuttosto che di
logica di profitto. Perché no? Ecco, in due parole, cosa fa la Banca
Etica, un istituto di credito un po’ particolare, nato in Italia nel
1998. Se, all’apparenza, i suoi sportelli non hanno niente di diverso
dagli altri e sono aperti a tutti i cittadini, nella sostanza, svolgono un
operato importantissimo per il finanziamento di iniziative che,
difficilmente, troverebbero fondi attraverso i canali tradizionali.
Un po’ di storia
Dopo aver ricevuto, nel dicembre 1998, l’autorizzazione ad operare da
parte di Banca d’Italia, Banca Etica ha aperto il suo primo sportello
l’8 marzo del 1999 e oggi ne conta a Roma, Milano, Brescia, Vicenza e,
dal prossimo 21 settembre, a Treviso. Della struttura fanno parte anche
operatori finanziari diffusi nel centro-nord e un ufficio di
rappresentanza per il sud a Napoli. Punto d’incontro tra risparmiatori
che condividevano l’esigenza di una più consapevole e responsabile
gestione del proprio denaro e realtà socio-economiche che avevano come
finalità la realizzazione del bene comune, Banca Etica ha visto
accelerare la sua partenza dopo che alcuni interventi normativi stavano
mettendo in crisi le cooperative Mute di autogestione. Considerabili a
tutti gli effetti gli ‘antenati’ della Banca Etica, queste mutue di
autogestione (MAG, appunto) erano nate – e operano ancora - con
l’obiettivo di raccogliere tra i soci il risparmio, da prestare poi a
chi si trovi in difficoltà o proponga particolari progetti con finalità
sociale. Sulla base di questa esperienza è così nata la BE (Banca Etica)
che, grazie alla forma giuridica della banca popolare, può operare a
livello nazionale mantenendo fede ai principi fondanti della cooperazione
e della solidarietà, in virtù di caratteristiche che favoriscono l'azionariato
diffuso e l'esistenza di processi democratici di decisione e di
partecipazione, visto che è sancita la supremazia del socio, in quanto
persona, rispetto al capitale finanziario.
Come funziona la Banza Etica
Banca Etica, come prevede il suo statuto, ha per oggetto ‘la raccolta
del risparmio e l’esercizio del credito’. La raccolta del risparmio
avviene attraverso certificati di deposito, obbligazioni, libretti di
risparmio e conti correnti. Cosa c’è di diverso, allora, rispetto agli
altri istituti di credito? Davvero molto. L’ottica di questa banca è
quella della ‘finanza etica’ , vale a dire uno ‘strumento,
trasparente, di gestione del risparmio finalizzato allo sviluppo
dell'economia civile (sociale e non profit), per il sostegno e lo sviluppo
di tutte le organizzazione che si preoccupano dell’impatto ambientale e
sociale della loro attività’. Mantenendo alto l’interesse verso il
sociale, allora, all’atto dell’attivazione di un rapporto, Banca Etica
offre al cliente possibilità come la partecipazione alle scelte degli
investimenti su determinati progetti (come vedremo in seguito); la
possibilità per il cliente di determinare il tasso di interesse; la
nominatività dei titoli. Tanto per chiarire, affidare i propri risparmi a
Banca Etica non significa (…ma solo per il momento) poter chiedere un
mutuo per la casa, bensì avere la certezza che i propri risparmi saranno
‘investiti’ in attività rivolte al settore del sociale, in quattro
grandi ambiti:
·
Cooperazione sociale per soggetti svantaggiati (reinserimento nella
società di soggetti deboli o portatori di handicap)
·
Ambiente (l’agricoltura biologica ma anche forme di energia
alternativa);
·
Cooperazione internazionale con progetti di microcredito per
sostenere attività nei paesi del sud del mondo.
·
Iniziative culturali.
Quali sono i vantaggi?
Oltre alla certezza di avere fatto qualcosa di utile, i ‘correntisti’
di Banca Etica possono contare su condizioni bancarie in qualche caso
migliori rispetto agli altri istituti e, soprattutto, uguali per tutti nel
rispetto della massima trasparenza. Qualche esempio? Una carta di credito
ha un costo annuale pari a circa 18 euro (35mila delle vecchie lire), il
prelievo bancomat è gratuito da tutti gli sportelli delle banche di
credito cooperativo e costa solo 0.92 eurocent (circa 1.800 lire) se i
soldi sono richiesti presso altre banche. L’home banking, vista
l’ancora scarsa diffusione degli sportelli sul territorio, è, infine,
un altro punto di forza.
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